Che sia un periodo di crisi non è poramai un mistero. Anche l'agricoltura, in particolare il settore del florovivaismo, risente degli effetti della depressione mondiale con un calo sia nelle vendite che nei volumi di produzione.
Il settore, con i suoi 3 miliardi di fatturato, rappresenta una fetta importante del sistema italia con il 6% della produzione agricola totale. In tutti i momenti di crisi l'innovazione tecnologica può costituire una via d'uscita. Se ne è parlato di recente in occasione di Asproflor dove il punto della discussione è stato la possibilità di convertire il riscaldamento a gasolio con il geotermico e le biomasse.
Minori consumi e risparmi legati alle attività di riscaldamento e raffreddamento dei vivai. Un'alternativa, quella dell'utilizzo della geotermia, sperimentata con enorme successo dalla Cooperativa Parvus Flor di Radicondoli. Indispensabile in questo caso ovviamente l'intervento della politica con disposizioni e normative che favoriscano la diffusione e l'accesso agevolato a interventi di ristrutturazione dei vivai.
Per chi decide di commercializzare e vendere piante officinali o aromatiche i costi elevati del riscaldamento a gasolio rappresentano una vera e propria barriera all'ingresso sebbene il mercato, nel suo complesso, lo dimostrano la nascita di servizi specifici come i kit CreaImpresa per l'avviamento o i corsi tenuti dall'associazione FIPPO, sia florido e caratterizzato da una crescente domanda.
L'utilizzo del vapore endogeno ad alta entalpia rappresenta una risposta innovativa alla crisi e una rivoluzione che oltre a far risparmiare potrebbe rivelarsi un valore aggiunto nella produzione e nella coltivazione delle piante grazie alla possibilità di controllare meglio l'umidità e ridurre l'insorgere di funghi.
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